L’evoluzione ambientale e insediativa delle genti del Delta ricostruita in una storica idrovora
❝Nell’area in cui sorgeva una delle più antiche necropoli etrusche dell’oltre Po, ci s’imbatte oggi nella sagoma imponente dell’idrovora ottocentesca di Amolara. L’impianto di sollevamento è sede del museo Septem Mària che racconta, grazie a un suggestivo percorso espositivo, la civiltà delle acque legata al Po, attraverso le “memorie liquide” e la storia secolare di una non facile convivenza con il grande fiume.❞
Il museo Septem Mària (“Sette Mari”) è stato istituito nel 1998 all’interno dell’impianto idrovoro dismesso di Amolara, ben riconoscibile da lontano per la caratteristica ciminiera alta circa 50 metri. Il manufatto idraulico, un edificio neoclassico progettato dall’ingegner Cesare De Lotto nel 1853, fu chiuso nei primi anni Novanta del secolo scorso, per essere poi adibito a spazio espositivo con adiacente ostello.
La denominazione Septem Mària, che rievoca la navigazione d’età romana per acque interne lungo i leggendari “Sette Mari”,è tramandata da Plinio il Vecchio che, nel I sec. d.C., descrive questa zona del Polesine caratterizzata da numerosi corsi d’acqua navigabili e da diverse lagune costiere comunicanti con il mare. Una contesto ideale per lo smistamento di traffici e commerci provenienti da tutto il Mediterraneo e non solo. Sempre a Plinio dobbiamo il vivace ritratto degli abitanti di queste terre anfibie che usavano legare le barche alle proprie abitazioni proprio come in altri luoghi si faceva con i cavalli.
Il museo illustra la storia e l’evoluzione dei patrimoni liquidi in ambito deltizio e il non facile rapporto degli abitanti della zona con l’acqua, a causa della non facile convivenza con le malsane paludi presenti in buona parte dell’area polesana. Quasi tutte le terre del Delta del Po si trovano infatti a un livello inferiore a quello del mare: l’equilibrio con le acque marine oggi è costantemente monitorato e regolato da impianti idrovori come quello di Amolara.
Nella prima sala, il museo ospita una riproduzione dell'incisione di Filippo Cluverio del 1624 che offre una pregevole descrizione visiva dei Septem Mària. Segue poi l'officina della bonifica, che raccoglie vecchi strumenti utilizzati nelle operazioni di prosciugamento e risanamento del territorio circostante. Il nucleo centrale delle collezioni si sviluppa nella sala macchine dell'ex idrovora, dove è possibile ammirare due pompe centrifughe in ottimo stato di conservazione.
Il percorso museale consente l’osservazione del canale d'ingresso, del mandracchio e delle macchine idrovore, quindi prosegue con un’interessante serie di pannelli didattici che illustrano la storia della bonifica nel Polesine. Procedendo lungo l’itinerario espositivo si trovano il plastico di una vecchia pompa con ruote a schiaffo, la riproduzione della leggendaria Tavola Peutingeriana – una suggestiva “carta stradale” ante litteram del mondo antico - e una pregevole mappa del Polesine datata 1713. Il terzo e ultimo ambiente ospita una collezione di pompe idrauliche e vecchi manufatti funzionali alle operazioni di bonifica e di risanamento di zone un tempo paludose.
In treno: il museo si trova a 2,7 chilometri dalla stazione ferroviaria di Adria. Prendendo Via Carducci e Via Marconi in direzione di Via Monsignor Pozzato-SR495 e proseguendo sulla SP45, si raggiunge la località Capitello, al civico 11, sede del museo.
In auto: provenendo dalla SS309 seguire le indicazioni per Adria sulla SP45; provenendo da Rovigo seguire le indicazioni per Adria sulla SR443 e proseguire sulla SP45 fino a raggiungere località Capitello ad Adria.
Orari di apertura e visite:
Septem Mària Museum
Dove mangiare:
si suggeriscono l’adicente Ostello Amolara e la pizzeria Tablà - Farine Antiche per Pizze Moderne (Via Leonardo da vinci 45, Adria; tel. 0426 23770).
Dove dormire:
si consigliano l’Ostello Amolara, adiacente al Museo, e nelle vicinanze l'Albergo Minuetto e B&B La Mansarda.
Attività escursionistiche e noleggio bici e imbarcazioni:
per escursioni in bici e cavallo e in barca fare riferimento al sito web del Parco Delta del Po.
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