La storia di un borgo fluviale e dei suoi abitanti scritta sul filo incerto e mutevole della corrente
❝All’interno di un suggestivo quanto precario contesto fluviale, da sempre soggetto a periodiche inondazioni, il borgo di Santa Maria in Punta è l’emblema perfetto della simbiosi e dell’attaccamento secolare a un corso d’acqua da parte della comunità che vi abita. Il borgo, sorto nel Medio Evo dove si biforca il possente Po di Venezia e in corrispondenza di un traghetto, offre oggi al visitatore interessanti scorci naturalistici.❞
Dove il Po si biforca, dando origine al Po di Goro e all’estesa isola fluviale di Ariano, sorge il borgo di Santa Maria in Punta, circondato dalle acque dei due maggiori rami del Delta: Po di Venezia a nord e Po di Goro a sud. Questo piccolo e modesto borgo fluviale ha origini medievali ed è attestato dalle fonti già nel Duecento: poche case e una chiesa, in corrispondenza di un antico traghetto fluviale, a baluardo di terre instabili e soggette agli umori delle acque. Nella golena, tra le sabbie, sono ancora visibili i resti di vecchie abitazioni di pescatori, abbandonate dopo una delle tante alluvioni. Un tempo, per raggiungere questo borgo, era necessario attraversare in barca uno dei due rami del fiume Toi (oggi Po di Goro) e da qui deriva il primo nome dato alla località, “Trageti” o “Tragetus” (da traghetto): denominazione apparsa per la prima volta in un documento del 1298 e rimasta in uso fino al Settecento.
La piccola chiesa di origine romanica, intitolata a Santa Maria del Traghetto, sorse per proteggere barche e viaggiatori che transitavano per questo borgo. Al suo interno custodisce una statua lignea della Madonna, oggetto di una curiosa leggenda. Si narra infatti che diversi secoli fa alcuni barcaioli salvarono dai flutti una statua della Vergine che chiamarono Madonna della Seggiola. La gioia per il ritrovamento durò poco, poiché gli abitanti della vicina Corbola si appropriarono della statua rivendicando la proprietà delle acque in cui fu fatto il ritrovamento. Il giorno seguente però la statua ricomparse “miracolosamente” nella chiesa di Santa Maria in Punta.
Secondo la leggenda la statua ritornò più volte nella chiesetta, “scappando” di notte da Corbola e riconoscendo Santa Maria come propria dimora elettiva. La devozione degli abitanti verso la statua e la tenacia nel voler proteggere questo piccolo borgo sono attestate dalle numerose ristrutturazioni della chiesa operate nel corso dei secoli. Oggi l’edificio sacro si presenta a pianta rettangolare, a navata unica e con abside semicircolare. Il tetto, a travature scoperte, ricorda curiosamente la carena di un’imbarcazione, mentre le quattro cappelle laterali ospitano sfarzosi altari barocchi.
In treno: la località si trova a circa 15 chilometri dalla stazione ferroviaria di Adria. Valutare la possibilità di interscambio treno + bici.
In auto: provenendo da Adria, seguire le indicazioni per Corbola e Ariano nel Polesine sulla SR495, portarsi poi sulla SP87 e seguire le indicazioni per Santa Maria in Punta. Provenendo dalla Strada Statale Romea SS309, seguire le indicazioni per Corbola proseguendo sulla SP46, continuare sulla SR945 per Ariano nel Polesine, poi seguire le indicazioni per Crociara e quindi per Santa Maria in Punta.
Dove mangiare:
si consigliano la Trattoria Il Girasole (Via Nuova 1569, Corbola; tel. 0426 950267) e la Pizzeria Spaghetteria 6 Archi (Via Lazzara 10, Corbola; tel. 0426 45493).
Dove dormire:
si suggeriscono l’Agriturismo Casa Ramello e l’Agriturismo Ai Pavoni, entrambi dotati di ristorante.
Attività escursionistiche e noleggio bici e imbarcazioni:
per escursioni in bici e cavallo e in barca fare riferimento al sito web del Parco Delta del Po.
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