La Madonna Nera legata alla tradizione di acque sacre e miracolose
❝La chiesa della Madonna del Pilastrello a Lendinara evoca un vasto e affascinante patrimonio di storie e tradizioni sedimentate nel corso dei secoli, che la identificano come luogo da sempre connesso a eventi miracolosi legati all’acqua. Qui la memoria storica di un’intera comunità si esprime nel rapporto con la statua di una Madonna Nera, in simbiosi con i poteri dell’elemento più prezioso e sacro per ogni forma di vita: l’acqua.❞
A Lendinara si tramandano ancor oggi alcune storie interessanti e significative sul culto mariano locale che unisce la statua di una Madonna Nera ad antiche percezioni di acque sacre e miracolose. Nel corso del Cinquecento queste credenze dettarono la costruzione del tempio della cosiddetta Madonna del Pilastrello. Il santuario fu completato nel 1577 e ancor oggi è meta di pellegrini nella prima settimana di settembre.
Una di queste storie narra come, in un tempo lontanissimo, un falegname avesse una figlia gravemente ammalata. Un giorno a quest'uomo molto devoto apparve la Vergine Maria che, ascoltando le sue preghiere, fece guarire la ragazza. Per ringraziare la Madonna egli scolpì una statua e la pose su un sostegno, ove rimase per molto tempo. Invecchiando la scultura diventò nera e, cosa più insolita, a quanti vi si accostavano per chiederne la grazia. Iniziarono a compiersi miracoli.
Un'altra leggenda narra invece come un temporale distrusse completamente la casa di un uomo, mentre lui e la sua famiglia rimasero illesi. Assieme a loro, si salvò solo la statua di una Madonna Nera, trovata intatta sui rami di una siepe, dove si decise di costruire un piccolo pilastro su cui porre la scultura. In seguito, alcuni frati pensarono di portare la statua nella vicina chiesa ma, come per miracolo, ogni volta che veniva spostata essa ritornava sul suo “pilastrello”. Fu deciso così di erigere in quel luogo una cappella e durante la costruzione si scoprì che le acque della sorgente che vi sgorgava accanto si tingevano di rosso ogni volta che qualcuno offendeva la Madonna o Gesù Cristo. Allo stesso tempo quell’acqua possedeva la prodigiosa proprietà di guarire chi vi si avvicinava con autentica fede. La sorgente miracolosa venne allora incanalata e l'acqua che sgorgava fu chiamata "Bagno della Madonna".
Il termine “pilastrello” ha avuto diverse interpretazioni. Alcuni lo considerano derivato dal dialetto veneto e lo identificano come termine usato per indicare il capitello. Altri invece pensano che sia riferito alla statua posta su una colonna (o pilastrello) prima della traslazione nella chiesa. Altri ancora, infine, abbracciano la tesi più accreditata, secondo cui il vocabolo deriverebbe della lingua spagnola, in quanto all'inizio del Cinquecento stazionavano a Lendinara diversi soldati iberici, che avrebbero ravvisato nella Madonna locale diverse analogie con la Madonna del Pilar di Saragozza, già patrona di Spagna.
Il complesso architettonico religioso cinquecentesco, durante i primi anni dell’Ottocento, fu oggetto di radicali interventi di restauro, che compresero l'aggiunta delle navate laterali e il rifacimento della facciata, su progetto di don Giacomo Baccari. Nella ristrutturazione vi è un forte richiamo allo stile rinascimentale, ma anche alla tradizione architettonica ferrarese, che resta il modello culturale fortemente presente e radicato in tutto il territorio polesano.
In treno: il Santuario dista circa 1,5 chilometri dalla stazione ferroviaria di Lendinara (linea Verona–Rovigo). All'uscita della stazione si percorre Viale Fava fino a raggiungere Riviera S. Biagio sull'Adigetto; svoltando a destra si prosegue lungo la sponda meridionale del naviglio per poi deviare sulla sinistra imboccando Largo Carducci; svoltando quindi prima a destra alla rotonda in Viale Matteotti e poi a sinistra in Viale XXIV Maggio si raggiunge la chiesa.
In auto: dall’uscita autostradale Lendinara - Rovigo Centro (A13) seguire le indicazioni per Lendinara percorrendo la SR88, quindi deviare sulla sinistra in Via del Santuario; dall'uscita autostradale di Badia Polesine (A31) dirigersi verso Lendinara seguendo la SR88, quindi deviare sulla destra in Via del Santuario.
Orari di apertura e visite:
Itinerari religiosi del Comune di Lendinara
Dove mangiare:
si consigliano il Ristorante Antico Camino (Via Lorenzo Canozio 71, Lendinara; tel. 0425 642288) e il Ristorante Due Spade; interessante anche il Birrificio Artigianale Rattabrew.
Dove dormire:
si suggeriscono il B&B Casa Emilio e il B&B Il Giglio Veneziano.
Attività escursionistiche e noleggio bici e imbarcazioni:
per escursioni in bici e cavallo e in barca fare riferimento al sito web del Parco Delta del Po.
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