Fra preghiere e pazienti lavori di bonifica: il centro monastico dove fu creata la settima nota musicale
❝Fra i rami del Po di Goro e del Po di Volano, nelle terre dell’antica “Insula Pomposia”, sorge l’importante complesso dell’Abbazia di Pomposa: uno dei più ragguardevoli esempi di architettura religiosa medievale in Italia. Il monastero benedettino, oltre che propulsore di importanti opere di bonifica del territorio, fu per secoli un centro culturale di grande importanza per la conservazione dei saperi. Tra queste mura, Guido d’Arezzo inventò la settima nota della scala musicale.❞
Il territorio del Delta del Po è stato soggetto nel corso dei secoli a processi evolutivi molto complessi. Già nel Medioevo il suo aspetto era molto diverso da quello che oggi si osserva nelle mappe. Diversi fattori ne hanno modificato l'aspetto morfologico, in primis le bonifiche effettuate dai monaci benedettini, che resero abitabili e coltivabili vaste porzioni di territorio in precedenza paludose. Prima delle operazioni di drenaggio e regimentazione delle acque, il paesaggio nei pressi di Pomposa doveva apparire come una distesa di terre basse, paludose e incolte, intervallate da fitti boschi e bacini lacustri poco salubri.
I primi monaci giunsero qui da Bisanzio intorno al VI-VII secolo, allo scopo di evangelizzare un territorio sconvolto dal crollo dell'Impero e dalle guerre. Qui costruirono una chiesetta, come si evidenzia nei rilievi archeologici presenti nella piccola abside di sinistra della chiesa attuale.
Il nucleo originario dell’abbazia sorgeva all’interno della cosiddetta Insula Pomposia, una fitta zona boscosa posta fra il Po di Goro, il Po di Volano e il Mare Adriatico. Nei secoli successivi la presenza dei benedettini si rafforzò ulteriormente, con il conseguente sviluppo di un vero e proprio complesso abbaziale, che raggiunse il suo massimo splendore dopo l’anno Mille. L’abbazia crebbe a una giusta distanza dai centri abitati, in modo da garantire da un lato l’isolamento dei monaci necessario alla preghiera e dall’altro il coinvolgimento della popolazione delle comunità vicine nell’opera di riassetto idraulico e agricolo dell’Insula.
L’abbazia, che per tutto il medioevo costituì un importante centro di cultura e innovazione nel campo di molte conoscenze (vi insegnò tra altri anche Guido d’Arezzo, che qui inventò la notazione musicale moderna con l’aggiunta della settima nota), era situata lungo l’antica via Popilia (oggi “Strada Romea”): una frequentata arteria viaria in cui si spostavano i pellegrini diretti a Roma e in Terra Santa, provenienti da tutta l'Europa centrale e orientale. La Popilia, conosciuta anche come “via del sale”, veniva percorsa anche da pellegrini benestanti, che nell’abbazia trovavano ristoro, scioglievano voti e promesse fatte a Dio e a volte lasciavano cospicue donazioni. Tra questi frequentatori figura anche Giotto, autore degli splendidi affreschi presenti nella Sala Capitolare: un probabile lascito giottesco durante il percorso artistico che lo condusse da Rimini a Padova nei primi anni del Trecento.
Tra i personaggi illustri che soggiornarono a Pomposa troviamo anche Dante Alighieri, che vi fece tappa nei suoi viaggi tra Ravenna, Venezia e Verona. Nell’abbazia egli ebbe sicuramente modo di ammirare gli affreschi del giudizio universale e i mosaici pavimentali, come lo splendido litostroto a cerchi concentrici dell'ingresso. È probabile che anche queste colorate espressioni artistiche siano state fonte d’ispirazione per alcune immagini presenti nella Divina Commedia. All’Abbazia di Pomposa si fa esplicito riferimento in alcuni passi del XXI canto del Paradiso e del V canto del Purgatorio.
In treno: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Codigoro (linea Ferrara-Codigoro), situata a circa 6 chilometri dall’Abbazia. Valutare la possibilità di interscambio treno + bici.
In auto: l'Abbazia, che si trova lungo la SS309 Romea, è raggiungibile dall'autostrada A13 percorrendo il raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi e proseguendo quindi in direzione Venezia per circa 15 chilometri lungo la Strada Romea stessa.
Orari di apertura e visite:
Abbazia di Pomposa
Dove mangiare:
si consigliano il Ristorante e Resort Oasi Bianca e l’Hotel Ristorante Oasi Cannevié, entrambe strutture in cui è possibile anche il pernottamento.
Dove dormire:
si suggeriscono il B&B Rospo Smeraldino (Via Giralda Centrale 1, Codigoro; tel. 333 8016565) e la Locanda del Passo Pomposa.
Attività escursionistiche e noleggio bici e imbarcazioni:
per escursioni in bici e cavallo e in barca fare riferimento al sito web del Parco Delta del Po.