L'UNESCO METTE AL CENTRO I MUSEI DELL'ACQUA PER RILANCIARE IN CINA LE GRANDI SFIDE SULLA GESTIONE SOSTENIBILE DEI FIUMI
Il fiume Azzurro (in cinese Chang Jiang, detto anche Yangtze) con i suoi oltre 6.400 km è il più lungo dell’Asia e il terzo al mondo. Tuttavia, lo sviluppo frenetico degli ultimi decenni sta compromettendo seriamente non solo i delicati ambienti acquatici del fiume, ma anche tutti gli usi che si fanno del bene “acqua”. Oggi le acque di alcuni fiumi cinesi sono così inquinate da non poter essere impiegate nemmeno in agricoltura. A ciò si aggiunge l’inarrestabile desertificazione di vaste aree del paese. Per questo il ministro cinese delle risorse idriche, Wang Shucheng, ha affermato: “combattere per ogni goccia d’acqua o morire: questa è la sfida che sta affrontando la Cina”. Ma forse siamo di fronte a una svolta storica.
Le sfide per gestire meglio le risorse idriche a disposizione tutelando maggiormente gli ecosistemi acquatici dei fiumi vengono rilanciate proprio dalla Cina, su scala globale, grazie a un progetto congiunto fra UNESCO e autorità cinesi. Dal 28 al 30 ottobre la città di Wuhan e il Museo delle Civiltà del Fiume Azzurro (Changjiang) hanno organizzato il Great Rivers Forum, coinvolgendo oltre 150 esperti in stretta collaborazione con l’ufficio UNESCO di Pechino. Il focus è stato posto sull’importanza dei fiumi e sull’elemento acqua come mezzi per il progresso urbano, sociale e ambientale in un contesto di crescenti sfide sulla sostenibilità dei ritmi di sviluppo urbani. Wuhan, capoluogo della provincia dello Hubei, è una delle città più densamente popolate della Cina centrale: conta circa 8 milioni di abitanti e si trova dove lo Han confluisce nel gigante fiume Azzurro.
Il Global Network of Water Museums - iniziativa battezzata dall’UNESCO con la Risoluzione XXIII-5, con sede presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia - è stato tra i protagonisti dei lavori del Forum grazie agli interventi e alla sessione coordinata dal dott. Eriberto Eulisse, direttore del Centro Civiltà dell’Acqua e coordinatore del Water Museum of Venice. La sessione dal titolo “Visualizing Water Worlds along Great Rivers – Water Museums, Heritage and Sense of Place” ha portato nuovi e interessanti contributi al dibattito sui musei dell’acqua. Il Water Museum of Venice è stato presentato quale innovativa piattaforma digitale, modello di “museo digitale diffuso” volto a consolidare una rete tra istituzioni e attori che amministrano e gravitano attorno ai patrimoni legati all’acqua.
Ricchi confronti interdisciplinari tra manager, museologi, designer, idrologi e scienziati sociali hanno suscitato un interessante dibattito volto a fornire all’UNESCO un’agenda operativa sulle azioni prioritarie che i musei dei grandi fiumi sono oggi chiamati a realizzare. Sono inoltre state identificate le sinergie da creare con altri network dell’UNESCO (tra cui World Heritage Sites, Heritage Cities Programme, Biosphere Reserves, Ecohydrology Pilot Sites, Global Geoparks, UNESCO Chairs...), con l’obiettivo di amplificare l’internazionalità del forum sui grandi fiumi e di supportare gli attori coinvolti nello sviluppo di nuove progettualità urbane lungo i corsi d’acqua con il ripristino delle loro funzionalità ecosistemiche, in ottica di maggiore salvaguardia degli ambienti fluviali naturali e culturali.
Tra i relatori di rilievo intervenuti ricordiamo il dott. Matoko, assistente del Direttore Generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay, e Wu Tao, direttore del Museo della Civiltà del Fiume Azzurro, che ha annunciato la prossima edizione del Forum nel 2020. Annunciati anche i prossimi importanti convegni internazionali connessi ai fiumi: il convegno “River Culture”, previsto per il 2020 a St. Louis, in Senegal, e sempre nel 2020 la conferenza sui fiumi in Russia, considerata la più importante al mondo su questo tema.
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