IL WATER MUSEUM OF VENICE E LA PROGETTUALITÀ LEGATA ALLA BLUE ECONOMY IN ITALIA
di Domenico Letizia
"Sono convinto che i nostri mari mantengano una duplice promessa: la promessa di un futuro ecologicamente corretto, ma anche la promessa della crescita economica”. E’ quanto ha dichiarato Karmenu Vella, Commissario europeo per l’ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca. Grazie all’impegno della Farnesina e all’immenso lavoro dei responsabili nazionali del ‘WestMed National Hub for Italy’ continuano a essere concreti e operativi i ‘tavoli di lavoro’ tesi ad analizzare, scrutare, monitorare e coordinare attività e iniziative lungo tutta la nostra penisola a sostegno della blue-economy, la tutela del mare, delle acque del Mediterraneo e la cooperazione economica tra i soggetti diritti e indiretti che dal ‘Mare nostrum’ tentano d’incentivare sviluppo, occupazione e ricchezza. Senza dimenticare le problematiche ambientali e il tormento degli ultimi anni: l’inquinamento delle acque dolci e del mare contaminato dalle plastiche. Gli incontri sviluppati dal coordinamento ‘Hub nazionale italiano WestMED’ sono organizzati dai partner e dai coordinatori nazionali ‘WestMED per l’Italia’, in particolare il Dipartimento di coesione all’interno della presidenza italiana dei Ministri e del ministero degli Affari Esteri, che riuniscono più di 40 organizzazioni tra autorità regionali, ministeri nazionali e altre strutture legate all’economia blu in Italia. L’obiettivo progettuale è quello d’introdurre il meccanismo di assistenza ‘WestMed’ (WMAM), le sue funzioni e il suo ruolo, in modo da avviare un dialogo per l’identificazione delle priorità nazionali per i progetti strategici che saranno supportati dall’iniziativa. Le parti interessate hanno già espresso apprezzamento per il lavoro svolto finora. E coloro che hanno partecipato alla Conferenza delle parti interessate di Algeri hanno confermato la pertinenza dell’iniziativa come piattaforma per condividere idee di progetto concrete. L’Autorità di gestione del programma ‘Eni-Cbc’ ha anche espresso gratitudine per il sostegno fornito nell’espansione dei Paesi partner come parte del workshop delle parti interessate di Algeri. Liberare il potenziale della ‘blue economy’ significa puntare su molti settori, oltre alla pesca: l’acquacoltura, il turismo costiero, il trasporto commerciale, l’energia marina, dal moto ondoso o dalle maree alla produzione eolica off shore - con il 90% delle turbine eoliche marine del mondo installate in acque europee - e le industrie emergenti come le biotecnologie acquatiche. Si prevede, in particolare, che il numero di posti di lavoro in Europa, collegati al settore delle energie rinnovabili oceaniche, possa raddoppiare entro il 2030. Il turismo legato all’acqua resta una priorità.
Durante i lavori presso il Maeci è stato illustrato anche il progetto del ‘Water Museum of Venice’: un'iniziativa sostenuta dall’Unesco e dalla Fondazione Cariparo che mira a mettere insieme le testimonianze più significative dei densi, ma frammentati, ‘mondi liquidi’ della ‘Civiltà dell’acqua delle Tre Venezie’ grazie a una piattaforma on line innovativa che illustra una serie di percorsi digitali, pensati per facilitare la visita dei luoghi legati con il patrimonio liquido. Il turismo legato al patrimonio liquido conta quasi 2,5 milioni di occupati, pari a poco più dell’1% del totale europeo di occupati. Parallelamente, anche per il settore della nautica e della crocieristica è prevista una crescita del 2-3% all’anno: un risultato notevole, se si pensa che in Europa il comparto occupa circa 150 mila persone e genera un fatturato diretto pari a più di 14 miliardi di euro.
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