Water Museum of Venice Water Museum of Venice Global Network

IL PROGETTO DI TUTELA DELLA TROTA MACROSTIGMA PER LO SVILUPPO LOCALE

di Domenico Letizia

 

La valorizzazione del territorio, del patrimonio liquido e dell’occupazione sostenibile può aversi analizzando le opportunità legate alla fauna locale. Nella struttura del Libero Consorzio Comunale di Ragusa che si trova lungo il torrente San Leonardo dove da tempo è stato posto l’Incubatoio di valle è stato lanciato un interessante progetto legato alla riproduzione artificiale, il ripopolamento, il monitoraggio ittico e ambientale e le attività correlate alla salvaguardia e conservazione della fauna ittica, ed in particolare della trota macrostigma. La progettualità avviata nasce per tutelare il patrimonio ambientale dei corsi d’acqua e il patrimonio ittico nelle acque dolci, attività in cui il Libero Consorzio Comunale di Ragusa è impegnato da più di un trentennio, prima come Provincia e poi come Consorzio. In particolare la tutela è indirizzata alle specie autoctone, e alla corretta gestione dell’attività di pesca sportiva. La trota macrostigma italiana appartiene alla famiglia dei Salmonidae e vive in piccoli torrenti o corsi d’acqua con portata idrica irregolare, fondo sassoso o ghiaioso e ricchi di anfratti e nascondigli. Tollera le alte temperature mediterranee e la scarsità di ossigenazione dell’acqua diversamente dalle altre trote. In Sicilia, e più precisamente nelle provincia di Siracusa e Ragusa, ne esiste una specie autoctona detta trota siciliana, che trova proprio nei torrenti a ridosso degli iblei, la sua naturale zona di riproduzione.
Il progetto rappresenta particolare valenza per le attività di salvaguardia e conservazione del patrimonio ambientale dei corsi d’acqua e del patrimonio ittico dulciacquicolo. A tutto ciò sarà affiancata anche la divulgazione e l’educazione ambientale incentrate sulla fauna ittica. L’attività intrapresa sembra percorrere la linea di azione dell’UNESCO avviata con il Global Network of Water Museums che intende valorizzare il territorio attraverso la promozione di progetti occupazionali sostenibili. Non bisogna dunque pensare solo alla creazione di nuove “infrastrutture blu”: investimenti più adeguati dovrebbero anzitutto potenziare quelle già esistenti che dimostrano un valore storico o naturalistico particolare. Un patrimonio culturale, materiale e infrastrutturale già esistente. Basterebbe rivisitarle e potenziarle, partendo proprio da quelle che mantengono un legame significativo con l’acqua e che dimostrano un potenziale di sviluppo multifunzionale. Manufatti idraulici, opere e architetture legate all’acqua rappresentano per definizione gli albori della civiltà: incarnano dei veri e propri patrimoni di conoscenze e “culture dell’acqua” che, in Italia, spaziano dagli Etruschi a Roma, dalle bonifiche medievali benedettine volte a redimere terre insalubri alla nascita di una città come Venezia, miracolosamente sorta in un complesso sistema di lagune e meandri fluviali. L’acqua e la valorizzazione della fauna ittica sono da sempre al centro di ogni sfida per un reale sviluppo del territorio.

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