IL PATRIMONIO IDRICO, UNA RISORSA AMBIENTALE E CULTURALE
di Domenico Letizia
Soffermarsi a riflettere sull’importanza contemporanea dei corsi d’acqua è una ricetta fondamentale per contrastare la crescente cementificazione del territorio e il conseguente fenomeno di perdita degli invasi idraulici che contribuisce enormemente ad aumentare i fattori di rischio idraulico e la vulnerabilità del territorio.
L’insostenibilità della situazione creatasi negli ultimi decenni ha fatto maturare la necessità di ricercare un nuovo equilibrio tra uomo e territorio, tale da portare a ripensare i corsi d’acqua nell’ottica di dotarli di più spazio, recuperando la naturalità come mezzo primario per ridurre il rischio idraulico, in alternativa ai costosi interventi di “artificializzazione” e cementificazione delle sponde dei fiumi.
È sorta l’esigenza di un nuovo approccio culturale e architettonico alla tematica, un modello innovativo di pianificazione territoriale, ispirato al rispetto della funzionalità specifica dei corsi d’acqua e da cui si possono trarre vantaggi in termini di sicurezza ambientale, di mitigazione del rischio idraulico e di sviluppo eco-turistico.
Pur trattandosi di una progettualità inequivocabilmente più lungimirante, nel medio e lungo periodo, di tanti approcci adottati in passato, va sottolineato che questo modello trova ancora difficoltà a diffondersi, a causa dei diversi interessi in gioco, non sempre attenti alla tutela dei beni comuni.
La sicurezza idraulica di un territorio è raggiungibile mediante un governo lungimirante delle acque ma anche, nondimeno, dal riconoscimento della necessità di liberare i corsi d’acqua dagli interessi delle brame utilitaristiche, dall’odierna pressione antropica, esercitata sia come sfruttamento miope delle risorse naturali, sia come vero e proprio assedio dell’edificazione, gli interessi dei comunemente detti “palazzinari”.
La rigenerazione del corso d’acqua, nel momento storico odierno, può altresì divenire il volano di un nuovo sviluppo economico del territorio.
Nei prossimi decenni, lo sviluppo socio-economico di un territorio sarà infatti sempre più legato alle offerte turistiche e alle opportunità culturali e di aggregazione che questo offre.
Il corso d’acqua, il fosso, la siepe, l’area umida, la palude e il bosco compongono infatti la struttura d’integrazione più congeniale per l’esplorazione e la riscoperta del paesaggio nelle sue infinite sfaccettature.
Vi sono dunque ragioni ambientali, paesaggistiche, di sicurezza idraulica, ecologiche, economiche e socio-culturali che pongono il corso d’acqua al centro dei futuri processi di pianificazione territoriale.
La tutela integrale del corso d’acqua è il principio cardine per uno sviluppo sostenibile e consapevole del territorio. In tale direzione si muove l’Unesco che ha recentemente approvato all’unanimità una risoluzione, durante la 23ma sessione a Parigi, tesa a sostenere, costruire e avallare una rete mondiale di musei sull’acqua.
La risoluzione è stata ufficialmente presentata dal Consiglio intergovernativo del Programma idrologico internazionale dell’Unesco dai Paesi Bassi e concretamente sostenuta da Canada, Italia, Portogallo, Grecia, Ungheria, Svizzera, Iran, Marocco, Tunisia, Cuba, Messico, Ecuador, Paraguay, Argentina, Senegal, Ghana, Nigeria, Sudan e Zambia, attraverso le delegazioni permanenti delle varie nazioni all’Unesco.
L’approvazione della risoluzione conferma il percorso comune e sinergico della Rete globale dell’acqua con l’Unesco, ovvero, l’obiettivo di volere utilizzare al meglio i musei dedicati all’acqua per migliorare la gestione delle risorse idriche e diffondere conoscenze relative all’acqua e al suo utilizzo, attraverso attività di educazione e sensibilizzazione, creazione di piattaforme web, conferenze, workshop, pubblicazioni, mostre e spettacoli artistici.
Un nuovo approccio metodologico e interdisciplinare di scrutare la tematica dell’acqua e della sua sostenibilità: nuove visioni che sposano geopolitica, economia, sociologia e scoperta storica. Su tali indicazioni, in Italia assume sempre più importanza il progetto del “Global Network of Water Museums”, che trova la sua espressione nel Water Museum of Venice.
Il Water Museum è un progetto che mira a mettere insieme le testimonianze più significative dei frammentati patrimoni e “universi liquidi” della Civiltà dell’Acqua delle Tre Venezie, grazie a una piattaforma on-line innovativa, volta a facilitare la localizzazione e la visita dei siti.
Ma il Water Museum of Venice è anche un progetto di museo “diffuso”: un museo volto a creare una rete di istituzioni e soggetti che gestiscono i patrimoni tangibili e intangibili plasmati dall’uomo in luoghi dove l’acqua è l’elemento dominante. Con questo modello, il Water Museum of Venice si candida come capofila di un Network Mondiale dei Musei dell’Acqua, patrocinato dall’Unesco. Il Water Museum of Venice include anche un’esplorazione delle buone pratiche odierne quali espressioni della migliore “cultura dell’acqua” della contemporaneità.
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